Val di Peio


Gite scialpinistiche in Val di Peio
Da Malga Mare, Peio e Fontanino
Numerose sono le possibilità scialpinistiche della Val di Pejo, ben oltre le super classiche di Cevedale, Palon de la Mare, San Matteo, e quelle meno note ma comunque spesso percorse delle cime della zona del Careser. Quelle qui descritte raggiungono dal versante trentino le principali vette della catena delle “tredici cime”, attraverso ripide valli: sono tutte caratterizzate da notevole dislivello e sviluppo, presenza di tratti molto ripidi, difficoltà nella scelta del momento migliore per l’effettuazione e necessità di conoscere a fondo l’andamento locale delle precipitazioni nevose, associata ad un accurato studio topografico, soprattutto per chi non conosca la zona. Non esiste un periodo definibile ideale, perché anche in pieno inverno, fatta salva la regola della maggiore instabilità generale del manto nevoso, in certe annate possono esservi, soprattutto con esposizioni a sud, condizioni molto favorevoli (es. stabilità della neve per tutta la giornata, presenza della stessa a bassa quota, scorrevolezza), come quelle che ci hanno consentito di fare gite al S. Matteo e alla Taviela a fine dicembre.
Il pericolo di valanghe, anche di tipo spontaneo, come dimostra purtroppo la recente tragedia dello scialpinista di Renon, è presente genericamente nella maggior parte degli itinerari, dato che questi sono spesso sovrastati da pendii ripidi e di considerevole altezza, per cui è opportuno che le gite vengano effettuate solo con manto nevoso in condizioni di sufficiente stabilità (volendo semplificare, sicuramente non oltre il grado 2 della scala di pericolo, non essendo nemmeno tale dato, ovviamente, una garanzia).
Bollettino SAT 4/2004

Cime
Itinerario
(segue)
Palon de la Mare m 3703

Oltre alla via comune dal pian Venezia passando sotto il rifugio Larcher, ci sono due itinerari più diretti e assolutamente meritevoli, tipicamente primaverili, quello della Vedretta Rossa più noto e abitualmente percorso
Itinerario 2
Vallette della Catena Rossa

Da Malga Mare, si attraversa il torrente e si sale per ripido pendio fino in corrispondenza del Pian Venezia (alternativa al sentiero, più sciistica). Si punta subito decisamente verso ovest per vallette ben raccordate e pendii via via più ripidi fino al ripiano a quota 3200 circa dove è segnato un minuscolo laghetto. Da questo punto si traversa brevemente in discesa a raggiungere l’ampio ghiacciaio che con percorso evidente in direzione sud ovest porta alla vetta.
Itinerario suggerito da Gianni Fellin
8 Aprile 2000
Itinerario 3
Vedretta Rossa

Dalla centrale di Malga Mare si sale direttamente il ripido canale del Rio Vedretta Rossa, si passa per il fondo della valletta che sale gradatamente verso il Palon de la Mare lasciando sulla sinistra i due rami del ghiacciaio, si punta con pendio sempre più ripido alla spalla est (congiungendosi con l’itinerario normale che proviene da nord est), dirigendosi ora verso sud si giunge in breve in vetta.
24 Aprile 1999
Vioz m 3645
Itinerario 4
Passo della Vedretta Rossa

Dalla centrale di Malga Mare si sale direttamente il ripido canale del Rio Vedretta Rossa, si passa per il fondo inizialmente piano della valletta, si oltrepassa lo sperone roccioso che separa i due rami del ghiacciaio portandosi nell’ampio catino sottostante il Palon de la Mare, si piega a sud ovest a raggiungere per il ramo occidentale del ghiacciaio il Passo della Vedretta Rossa, dal quale per facile dorsale in vetta.
19 Marzo 1994
Itinerario 4
Vedretta Rossa – ramo sud est

Con l’itinerario precedente prima dello sperone roccioso a quota 2600 circa si piega decisamente verso sud dirigendosi in diagonale verso la vetta, superando una zona con qualche seracco e crepaccio, portandosi poi in zona più piana e girando quindi verso destra a raggiungere la larga cresta nord.
15 Marzo 1997
Vioz m 3645
Itinerario 5
Vallenaia

Discesa diretta est: una delle più belle, lunghe e continue discese delle Alpi, anche questo a noi consigliato da Gianni Fellin.
Salita dalla Vedretta Rossa. Dalla cima si scende brevemente verso il rifugio, appena possibile ci si affaccia sul pendio est che all’inizio porta molto ripidamente (40-45°) verso la valle: si scende direttamente con sciata entusiasmante per 2000 metri di dislivello fino a raggiungere la strada che sale verso malga Mare, poco sotto i masi di Vallenaia, in ultimo traversando orizzontalmente per sentiero ad oltrepassare il rio. Il più soddisfatto del gruppo andrà a recuperare il veicolo a malga Mare.
15 Marzo 1997
L’itinerario viene effettuato anche partendo da Peio paese.
Altri:

- Parete sud

Il ripido pendio (40°) è probabilmente spesso duro o ghiacciato data l’esposizione: da valutare pertanto accuratamente periodo ed orario per trovare una discesa nelle migliori condizioni di sciabilità. Percorso spesso effettuato data la vicinanza degli impianti. Quando poi ci sarà la funivia...
Itinerario da noi non effettuato con gli sci (percorso in estate).

- Colle Vioz e versante dei Forni (Ovest e Nord)

Percorsi segnalati e descritti su guide e cartine.
Vallenaia del Vioz
Foto Vioz e Palon de la Mare
Foto Punta Taviela
Altre cime
Percorso
(segue)
Taviela m 3621

Il Pian del Vioz nella nebbia grigia non promette nulla di buono, proviamo a salire nella val della Mite, a 2700 metri comincia un chiarore che ci fa accelerare l’andatura, improvvisamente la luce abbagliante della vedretta Saline è la prima avvisaglia della splendida giornata di sole sopra il mare di nubi che la fantasia ci fa vedere come l’antica glaciazione che ricopriva il Trentino, da cui emerge di fronte a noi l’isola della Presanella e poco altro.
Itinerario 6
Canale sud

Percorsa la Valle della Mite, per ora silenziosa (fino a quando? visti i progetti di funivia...), per pendii dolci comprensibilmente appetibili a sciatori e “valorizzatori” (l’alta Val della Mite è sotto tiro di questi ma anche della parete sud del Vioz), fino alla zona dell’ex rifugio Mantova ai Crozzi di Taviela, si sale un po’ la cresta, poi si traversa un ripidissimo e pericoloso pendio (a quota 3200 circa) portandosi sulla tranquilla Vedretta Taviela. Con ampio giro si giunge in vista della parete sud della cima, caratterizzata da un ripido canale di 300 metri che porta direttamente in vetta.
30 Dicembre 1998
Rocca di Santa Caterina m 3529 (alpinistica)
Anticima sud m 3501 (sciistica)

Accesso con itinerari 6 – 7

Dalla vedretta Taviela raggiunta con l’itinerario precedente si attraversa un intaglio del crestone che scende dalla nostra cima, a quota 3290. Si sale progressivamente verso la spalla che scende dall’anticima sud quota 3501 m, che si raggiunge per pendii sempre più ripidi. Lasciati gli sci si percorre la cresta di rocce solide, poco innevata, lunga 300 m per raggiungere la vetta con un ultimo passaggio difficile facilitato da una catena (difficoltà alpinistiche AD: corda, piccozza e ramponi). 14 gennaio 2007
Descritto nella guida CAI (itin.140 b).
Dall'anticima facilmente si raggiunge il vicino Passo Cadini da cui scendere nell'omonima valle.
Val Cadini e Punta Cadini m 3524
Itinerario 7

L’accesso alla Val Cadini è attualmente facilitato dalle segnalazioni dei sentieri 124, 125, 129. Dal parcheggio di Malga Termenago di sotto m 1516 si percorre la strada e la si lascia in corrispondenza del tornante a quota 1800 m prendendo il sentiero in direzione della cascata Cadini. Appena oltrepassata la ripida costa si segue la traccia di altro sentiero (segnalazioni) che ripidamente obliquando verso destra porta in Val Cadini. Poco oltre i 2000 m si passa il rio (su ponticello se c'è poca neve) arrivando ad un ripiano con altre segnalazioni. Da lì si segue il fondovalle che con lunga salita di ripidi pendii alternati a brevi ripiani porta fin sotto il Colle Cadini m 3409, che si raggiunge con un ultimo tratto di 100 m ripidi. Con gli sci fino a pochi metri dalla cima (dal colle passando brevemente sul lato nord).
19 febbraio 2005
Punta San Matteo
m 3678

… partenza a mezzanotte con la luna quasi piena del marzo 1997 dal Fontanino, atmosfera ancora tiepida dopo una giornata primaverile, versi di strani animali notturni che purtroppo proprio noi disturbiamo... Vento sempre più freddo e scarsa visibilità sulla vedretta degli Orsi e sulla cresta verso il Giumela ci costringono a ripararci ed attendere nel gelido bivacco Meneghello, prima dell’alba l’emozione della cometa Hale-Bopp…
…incredibile e probabilmente irripetibile inverno 92-93, in vetta il 26 dicembre dalla Val Piana e parete sud, nelle settimane successive condizioni eccezionali della neve per il mese di gennaio ci regalavano in piena sicurezza Adamello, Tosa (viste in vetta le tracce del Tone salito una settimana prima dal Neri e sceso da canale nord ovest), Presanella, Caré Alto, Gioveretto…
Itinerari 8
Val degli Orsi – Val Piana

Oltre ai classici itinerari della valle degli Orsi, dei ghiacciai Dosegù o Forni, il S. Matteo è raggiungibile dalla Val Piana, con partenza dal Fontanino: la parte iniziale dell’itinerario deve essere scelta a seconda delle condizioni e dell’ora o sulla destra orografica del lago passando da malga Pian Palù, oppure da malga Giumela e Paludei (traversata sovrastata da ripidi pendii in pieno sud con fondo erboso). Dopo Val Piana e vedretta omonima, si può decidere per un finale diretto sulla parete sud un po’ a destra della cima (ripido) oppure con il passaggio sul versante ovest attraverso il Colle del S. Matteo m 3480.
26 Dicembre 1992
Cima di Peio m 3549
Dal pianoro di quota 3300 m circa ad ovest del Colle del Vioz (raggiunto da Peio per Val della Mite o da Malga Mare per il Passo Vedretta Rossa), in corrispondenza della base del ripido sperone roccioso NW della Taviela si può scendere all’altro pianoro a 3200 m circa sotto il bacino glaciale W della Taviela attraverso un canalino verticale di 10 m: meglio comunque scendere verso ovest perdendo altri 100 m di quota sul ghiacciaio con grossi crepacci e contornare questo sperone roccioso). Si traversa ancora in piano fino alla selletta 3226 m del “corridoio” (it. XVd della guida CAI) e si sale in vetta per la cresta NW (it. 139d).
Possibile la salita più diretta per il ghiacciaio della parete N (it. 139e - da noi percorso in discesa). Dai pressi della cima ci si può portare facilmente alla quota m 3576 e da qui proseguire per cresta fin sulla Punta Taviela. Dalla Cima di Peio o dalla quota m 3576, dopo essere scesi al pianoro glaciale m 3200, si risale al Colle Vioz o al Passo Vedetta Rossa.

2 aprile 2005
Parete nord della Cima di Peio
Verso la Punta Taviela. Mare di nubi sulla Val di Sole.
Altre foto Val di Peio
TRAVERSATA CEVEDALE SAN MATTEO
Da Malga Mare m 1970 si sale il Cevedale, scendendo nei pressi della cresta sud si tocca con breve deviazione il piccolo corno roccioso m 3536 subito a nord del Monte Rosole, poi per ripido pendio SE si scende sulla vedretta de la Mare a quota 3350 circa. Si sale in vetta al Palon m 3703 con l’itinerario abituale, si scende presso la cresta SW, si tolgono gli sci per breve tratto di roccette per scendere alla forcella m 3435, poi a sinistra per ripido breve pendio si arriva sul ghiacciaio verso quota 3350, da cui si risale fino alla vetta del Vioz. BSA. Dislivello in salita m 2450, in discesa 750 + 100 a piedi fino al rifugio (10 ore). Molto confortevole il bivacco.

Risaliti alla vetta si scende per il ghiacciaio fino nei pressi del Colle Vioz, si affronta la paretina nord della Taviela (sul lato destro, 100 m a 50° gradi poi altri 100 di elegante cresta), si rimettono gli sci fino alla vetta. Da qui varie possibilità: noi ci siamo portati sulla quota m 3576 presso la Cima di Peio, da qui, per non proseguire a piedi alla Rocca e percorrere la rocciosa difficile cresta sud, scendiamo con gli sci per un canale (40°) immediatamente a E della quota citata, che dopo 100 m confluisce nel canale principale sud (consigliabile) della Taviela. Dalla vedretta Taviela m 3300 si risale all’anticima sud sciistica della Rocca m 3501, poi sempre con gli sci al colle e cima Cadini, (pochi metri a piedi), discesa fino al colle degli Orsi, bivacco Meneghello. Anche se è presto il tempo non buono ci costringe ad attendere: l’intenzione originale era di raggiungere in giornata almeno il bivacco Seveso al Tresero. OSA. Dislivello in salita 750 m, in discesa 950 (4-5 ore).

Al mattino partiamo tardi nella nebbia totale guidati dall’autostrada di tracce che ci portano in vetta a San Matteo, con breve digressione al M. Giumella. Scesi a W verso il ghiacciaio Dosegù, abbiamo traversato al Colle del San Matteo e per Val Piana passando da Malga Paludei e Giumella si arriva al Fontanino m 1670. (1 h 30 fino alla vetta del San Matteo)
L’itinerario così descritto ( 1 – in rosa sulle cartine) è percorribile interamente con gli sci ai piedi, tranne brevi tratti, comunque interessanti dal punto di vista alpinistico, come la salita alla Taviela. Ci sono varianti più rapide per traversare, come il “corridoio” sul versante W delle cime centrali che passa dalla forcella m 3226 sulla cresta NW della Cima di Peio, per evitare il tratto centrale più difficile.
Alternative, per farsi qualche discesa in più: parete sud del Vioz e risalita al Colle, nord della cima di Peio con discesa dal canalone della forcella m 3226 fino a quota 3000 sul ghiacciaio dei Forni. Se c’è sufficiente neve (non quest’anno 2007) si può percorrere con gli sci la cresta fino all’intaglio N della Rocca di Santa Caterina, raggiungere questa cima dalla cresta N, tornare alla sella, scendere brevemente sul versante W e traversare alla punta Cadini (questo per evitare la cresta rocciosa sud della Rocca).
Nell’intenzione originale, non realizzata per il cattivo tempo, dovevamo proseguire per creste e facili pendii fino alla vetta del Pizzo Tresero, da qui scendere a S per il ghiacciaio fino a quota 2700, risalire al Passo Dosegù m 2999, dal quale ci si riporta sul versante Trentino nella Val del Monte.
ultime tre di tredici
In altra occasione risaliamo la Val Piana, passiamo dal Colle del San Matteo(proseguendo idealmente la traversata), traversiamo in leggera discesa sotto la parete sud della Cima Dosegù alla quale saliamo per pendio e un canalino roccioso finale W (un’altra volta eravamo saliti dal crestone E, più facile). Proseguiamo risalendo i bei pendii della Punta Pedranzini, sulla quale si arriva sci ai piedi. Discesa per breve ripida cresta rocciosa all’insellatura che precede il tratto di cresta nevosa che porta in vetta al Pizzo Tresero. Stupenda sciata dalla vetta per tutto il ghiacciaio del Dosegù fino a quota 2750 circa, riprendiamo la salita per la vedretta di Vallombrina verso il passo Dosegù m 2999, prima del quale pieghiamo a sinistra per raggiungere la Capanna Battaglione Skiatori Ortles m 3130, accogliente ampio bivacco con stufa a legna che riusciamo ad accendere. Dislivello complessivo in salita 2550 m. Al mattino scendiamo dal Passo Dosegù sulle tracce dell’itinerario estivo, continuità della neve anche nel superamento del saltino roccioso alla base del canale, dove c’è tratto attrezzato su cengia, quota 2700 circa. Risaliamo la Valletta fino alla Cima Sforzellina m 3100. Primi pendii di bella inclinazione esposti al sole di una giornata fredda e ventosa, poi lunghissima veloce scivolata sul primo formarsi del firn, le condizioni straordinarie di innevamento ci consentono di tenere gli sci fino al Fontanino.
4 maggio 2008
Altre gite dal Fontanino
Percorso
(segue)
Itinerario 9
Val Ganosa e Cima m 3325
Abbiamo raggiunto questa riposta e poco conosciuta valletta abbandonando l’itinerario fra malga Giumella e Paludei dove è segnato il sentiero 141: pendii ripidi e con fondo erboso, necessarie condizioni di più che assoluta sicurezza. La zona meno ripida della valle sembra meglio raggiungibile con ampio giro dalla Val Piana.
La cima è un castello roccioso triangolare (inappropriato il brutto nome de “I Mughi” riportato sulla guida CAI) in cui la cresta che scende dal Monte Giumella si biforca e sovrasta il pendio alla fine ripido della Val Ganosa. Al termine del pendio abbiamo scelto la cresta di sinistra (sud ovest), appariva possibile anche quella sud est.
27 Novembre 1999
Itinerario 10
Monte Mantello m 3517
Da Val Piana a quota 2300 circa si devia verso nord ovest, si raggiunge la Vedretta di Villacorna, si sale infine per ripido pendio sud.
23 Gennaio 1999
Itinerario 11
Val Umbrina e Cima di Villacorna m 3447
In fondo alla Val del Monte c’è un tratto un po’ laborioso da superare, anche sovrastato da pendii ripidi, per accedere attraverso la strettoia della valle all’ampio vallone che dà accesso alla Val Umbrina: si sale ripidamente al lago, poi per la valletta alla parete sud di cima di Villacorna.
Appare possibile traversare alla Vedretta di Villacorna. La vicina Cima di Val Umbrina ci è apparsa da questo lato, oltre che più bassa e poco marcata, raggiungibile con cresta rocciosa non semplice.
18 Gennaio 1997
Itinerario 12
Cima Sforzellina m 3100
Come per l’itinerario precedente, dopo il vallone c’è un’altra strettoia per accedere alla “Valletta” sotto la parete nord est del Corno dei Tre Signori.
Si sale direttamente per il ripido pendio sud est, passando eventualmente dall’anticima est.
18 Dicembre 1993
Foto Monte Mantello
Discesa in valle Ombrina, fedele al suo nome. Sullo sfondo la Presanella.
Altre
Percorso
(segue)
Passo Dosegù
Capanna B. Ortles
Pizzo di Val Umbrina
Seguendo la traccia dell’itineario estivo poco prima di entrare nella Valletta si salgono verso destra i ripidi pendii mirando alla base del canale a 2700 m circa rinchiuso fra due pareti rocciose. La base del canale è larga e inizialmente molto ripida, per una cinquantina di metri può essere problematica per piccolo salto roccioso se c’è poca neve o perché con neve ghiacciata (scivolo di scariche nevose, esposizione sud). Si esce poi verso sinistra su pendenze meno sostenute e poi per ampi pendii al Passo Dosegù m 2999. Percorrendo il fianco sx (W) della cresta si raggiunge la Capanna B Ortles m 3130 e poi per cresta il Pizzo di Valle Ombrina m 3222.
5 febbraio 2005
Proseguendo per cresta si può raggiungere la Cima di Villacorna e traversare alla Vedretta omonima per scendere in Val Piana (progetto di Andrea non realizzato il 5.2 per l’ora tarda…) oppure appena possibile ancor prima scendere per i pendii della Valle Ombrina.
Punta di Ercavallo
m 3068
A completamento delle gite effettuabili in zona partendo dal Fontanino segnaliamo questa panoramica cima, con iniziale canale ripido, poi per ampi pendii alla vetta.
Descritto su guida CAI
28 Aprile 1990
Val Comiciolo
Redival m 2973
Oltre al classico itinerario da sud questa frequentata cima è raggiungibile per Val Comiciolo da nord, poco dopo l’inizio del Lago di Pian Palù. Dalla malga Celentino, si affronta subito un ripido pendio-canale ancora alberato in direzione sud, si esce sempre su pendenza sostenuta da detto canale ad imboccare lo stretto solco della val Comiciolo fino ad uscire nella parte media della valle improvvisamente ampia e panoramica verso la cima. Ora seguendo erti valloncelli intervallati da tratti più dolci si procede lungamente mirando da ultimo alla cresta est in tutta prossimità della cima, superando un ultimo tratto molto ripido.
Brevemente in cima sci ai piedi, prestando attenzione alle cornici.
Il Redival è raggiungibile anche da un altro itinerario interessante. Da Vermiglio per strada forestale si entra nella Val Verniana che si percorre vicino al fondo, sovrastati da alti e ripidi pendii valangosi. Verso i 2500 m in zona più piana si è in vista del fianco nord est del Redival, molto ripido da raggiungere direttamente, si piega a destra a raggiungere la sella m 2746 sulla cresta NE. Si percorre poi la cresta, larga e facile, ma non breve, con un ultimo tratto ripido.
18 dicembre 2004
Valle Alta
M. Palù m 2835
Cima Forzellina m 2829
Dalla Malga Celentino poco oltre la diga si sale per canale valangoso, a 2000 m circa si obliqua sulle tracce del sentiero traversando il ripidissimo bosco e un pericoloso canale, si arriva alla baita Pudria m 2147 in terreno piano e aperto, si inizia a salire nel centro della bella e riposta Valle Alta (NB attenzione su alcune cartine riportata Val Comiciolo), tranquilla fino a 2600 m, poi un pendio molto ripido porta alla cresta NO per la vetta.
20 marzo 2004

Girando a sinistra dalla conca a 2500 m c’è un ripido canale che sembra percorribile fino in vetta alla Cima Forzellina m 2829
Tra le due vette il Passo Saviana m 2716
Altro accesso alla Cima Forzellina
Da Vermiglio si prende la strada verso Val Verniana e Saviana. Dopo i 1500 m si può prendere a destra una deviazione più diretta che porta a Piazzola e poi a Malga Saviana m 1917. Si prosegue sulla destra orografica e dopo una zona sotto tiro degli alti pendii laterali si percorre la valle al centro, ampia e sicura fin sotto il Bocchetto Saviana 2716. Sulla destra si individua un pendio molto ripido che porta ad un intaglio con caratteristico dente di roccia sulla cresta sud est della Cima Forzellina. Per questa facile cresta in vetta.
4 dicembre 2004