Brenta


Alpinismo e sci in Brenta
La dettagliata e completa guida del Brenta di Sergio Rosi e Gabriele Cestari ha descritto quasi tutti gli itinerari sciistici degni di diventare, se già non lo sono, i più classici del gruppo. Ma la fantasia e la ricerca, soprattutto se animate dallo spirito alpinistico di raggiungere le vette, con le relative difficoltà tecniche, con lo sci come mezzo più che come fine, faranno scoprire ulteriori possibilità di realizzazioni originali: la riuscita di un itinerario personalmente progettato, con le necessarie variazioni “a vista”, gratifica e dà completezza alla pratica scialpinistica, spesso più di una magnifica sciata su firn o neve fresca.
Cima Vallon da nord - Il canale della via normale

CIMA
Itinerario
(segue)
CIMA DEL VALLON
m 2968
Montagna poderosa e solitaria, domina il sottogruppo cui dà il nome.
Dalla malga Movlina in alta Val d’ Algone si raggiunge la Busa di Sacco dove si devia in piano a destra alla base del relitto della vedretta di Sacco.
Si risale il pendio molto ripido (anche sci in spalla) in direzione della C. Padaiola fin quasi alla base (questa cima m 2901 da questo punto è facilmente raggiungibile), dove si devia ancora a dx su pendenze più moderate, mirando alla rocciosa e dominante C. del Vallon.
Su terreno ancora molto ripido si raggiunge la base dell’evidente canale che incide la parete terminale, via normale di salita da questo versante. Abbandonati gli sci, si risale il canale breve, ma impegnativo (corda, piccozza e ramponi), che sbuca in vetta.
La discesa, se in buone condizioni, è ripida, ma interamente sciistica.

Difficolta’ complessive OSA/AD+
( 2 giugno 1991)

Dislivello m. 1300
Abbiamo raggiunto la cima Vallon anche da sud: dalla Val d’Algone alla Busa Fonda, dopo i ripidi traversi si entra nel Vallon (Busa inferiore) e si piega ad ovest su terreno mediamene ripido fino a portarsi sulla spalla di cresta a sud della vetta.
Ripidamente sotto un salto roccioso che si aggira a sinistra poi per canale appena accennato sul filo di cresta si raggiunge l’aerea anticima sud. Non abbiamo proseguito per la vetta per l’esposizione e la friabilità dei passaggi rocciosi.
Ritornati alla spalla sud abbiamo traversato in quota sul versante est raggiungendo la Busa di Vallon superiore, successiva salita al Passo Orientale di Vallon e discesa per il Passo 12 Apostoli e la val di Sacco.
CIME DI CAMPIGLIO
m 2969

CIMA MANDRON
m 3040

CIMA BRENTA
m 3150
Escursione impegnativa e severa fra le montagne più alte del gruppo.
Da Vallesinella-Rif. Casinei in direzione del Rif. Tuckett, deviando a dx verso la sella del Fridolin. Obliquando su terreno mediamente ripido, si mira salendo al gran canale che scende fra le due P. di Campiglio sul versante Nord-ovest.
Sci in spalla, si sale (piccozza e ramponi) l’ erto canalone fino ad uscirne su terreno facile in prossimita’ della P. di Campiglio orientale, che si raggiunge senza difficoltà.
Si prosegue in direzione di C. Mandron perdendo circa 150 metri di quota ancora senza sci, si traversa un canale e si risale su terreno meno ripido alla pianeggiante cresta sommitale di C. Mandron dallo splendido panorama.
Ritornati sulla cresta, si scende sci ai piedi (ripido ed esposto) in obliquo verso l’ampia e piatta conca dove si origina in alto la vedretta di Brenta superiore.
Abbandonati gli sci, si può raggiungere, come abbiamo fatto noi, la C. Brenta occidentale e la vetta principale secondo il classico percorso anche estivo.
La discesa avviene per la vedretta, molto bella, a tratti ripida, e porta sui tranquilli pendii a valle del Rif. Tuckett.

Difficolta’ complessive OSA/AD
(19 maggio 2001)

Dislivello m. 1700
CIMA SASSARA
m 2894
Dal Passo Campo Carlo Magno si possono ammirare i ripidi pendii sommitali di questa vetta, posta, con il vicino Sasso Alto, a nord della frequentata bocchetta dei Tre Sassi.
Si percorre la Val Gelada fino al canale che, da sx, scende dalla bocchetta di Mondifra’. Lo si risale, nei pressi della bocchetta si piega ancora a dx per altro canale (fino a qui sci ai piedi), finché, traversando a sx sci in spalla per una specie di cengia alla quota di 2550 m. circa (circa 80 metri, un po’ delicato, preferibilmente senza neve), si raggiunge un comodo ripiano alla base del grande pendio della C. Sassara, ben visibile da Campo Carlo Magno.
Lo si risale con pendenza sostenuta e crescente fino in vetta.
La discesa con gli sci dalla cima dipenderà dalle capacità e dalle condizioni della neve (noi abbiamo calzato gli sci circa 100 metri al di sotto), ed è bella e sostenuta.

Difficolta’ complessive OSA/PD+
(30 marzo 1994)

Dislivello m. 1300

Le foto di questa zona presenti nella guida di Sergio Rosi mostrano molto bene questo invitante itinerario, come pure il successivo.
CIMA DELLE LIVEZZE
m 2780

CIMA DEL VENTO
m 2761
Dalla strada Dimaro-C. Carlo Magno per strada forestale a malga Presson bassa ed al ponte sul torrente Meledrio; per il sentiero estivo si risale a malga Scale (fin qui a piedi possibilmente senza neve). Ci si dirige ora salendo e traversando verso la Val del Vento all’inizio ampia e poco ripida. Dopo un tratto vi sono due possibilità: proseguendo lungo il vallone progressivamente più ripido ed incassato si mira allo stretto intaglio della bocchetta delle Livezze, e con un ultimo breve e non difficile tratto alpinistico si raggiunge la solitaria C. delle Livezze
(30 aprile 1994)
Deviando invece a sx per la Val del Vento, si procede senza problemi e su pendenze ideali fino alla Bocchetta del Vento, dove si lasciano gli sci.
Con tragitto alpinistico poco difficile, ma non breve si raggiunge la C. del Vento, nel cuore del Brenta settentrionale.
(18 aprile 1997)
Le due discese, nettamente più impegnativa la prima, sono assolutamente gratificanti.

Difficolta’ complessive
OSA per C. delle Livezze
BSA per C. del Vento

Dislivello m. 1550
Cima Sassara
Cima del Vento - Cima delle Livezze
Cima
Itinerario
(segue)
CIMA MOLVENO
m 2917
Traversata
Dal Rifugio Brentei per la vedretta omonima facilmente fin quasi alla testata rinserrata tra alte quinte rocciose. Sci in spalla si risale a dx il ripido fianco, all’apparenza poco praticabile, che scende dalla spalla nord di C. Molveno (piccozza e ramponi) fino a sbucare su tranquilli pendii. Si mira ora in direzione del castelletto roccioso sommitale della vetta, con percorso sempre più ripido. Lasciati gli sci, si raggiunge il caminetto che incide la paretina finale, breve, ma friabile (2° grado).
In discesa si percorre, in parte sci in spalla, il non difficile canale attrezzato della via normale fino a sbucare nell’ampio e divertente vallone della vedretta degli Sfulmini, per la quale, passando per il rif. Alimonta, al vallone di salita.
Questo itinerario presenta una parte decisamente alpinistica ed è quindi consigliabile a chi apprezzi o ricerchi tali caratteristiche.

Difficoltà OSA/AD
Dislivello m 1500
26 maggio 2001
DOS DI DALUN
m 2680
Traversata
Traversata spettacolare con tratti alpinistici, ma nel complesso non particolarmente difficile.
Da Malga Andalo posta su un bel poggio panoramico sul Brenta meridionale e raggiunta facilmente per strada da Molveno, si prende il sentiero quasi pianeggiante che taglia i boschi alto sulla val di Ceda. Nel punto in cui incrocia il sentiero da Molveno, si scende per il bosco alla conca sul fondovalle a quota 1400 circa e si risalgono i ripidi versanti della destra orografica fino ad imboccare la val di San Lorenzo in direzione sud a quota 1800 m circa.
Ora si percorre lo stupendo, recondito e non difficile anfiteatro, imboccando la sinuosa e poco ripida val Mazzadora (toponimo inerente la caccia al camoscio) fino alla sua testata chiusa da imponenti salti rocciosi.
A questo punto, con piccozza e ramponi, si risalgono un po’ verso sinistra ripidi pendii ed un canale dominato da un grossa cornice riuscendo sulla cresta di collegamento Cima di Ghez - Dos di Dalun, non lontano dalla forcella omonima.
Senza difficoltà si tocca la vetta per roccette e neve.
La discesa si svolge, sempre sci in spalla, lungo la cresta nord-ovest fino a quota 2400 circa dove, calzati gli sci, si discende con veloce e bella scivolata la dolce val Noghera fino a raggiungere il tratto iniziale.

Difficoltà 0SA
5 aprile 1997
MONTE DAINO
m 2695
Traversata
Da Malga Andalo, posta in magnifica posizione panoramica, raggiunta per sentiero o comoda strada da Molveno, ci si dirige verso nord per risalire il vallone dei Casinati, da cui si esce piuttosto ripidamente a destra, si traversa sotto la parete del Monte Daino raggiungendo così il vallone dei Massodi. Si risale, anche sci in spalla, il centrale dei tre canali che scendono dalla cresta Croz del Rifugio - Monte Daino, sbucando nella “busa del Daino”, da cui si può facilmente risalire, sci ai piedi, fino a circa 50 metri dalla più bassa inflessione della cresta che collega le due quote del monte.
Abbandonati gli sci, si raggiunge senza particolari difficoltà la cima. In discesa si cala con attenzione per canali anche ripidi in direzione della profonda e caratteristica “Pozza Tramontana “, dal fondo della quale si risale nei pressi del passo di Ceda, e con magnifica scivolata nella direzione della destra orografica della larghissima val di Ceda si raggiungono i ripidi pendii al di sotto degli impressionanti appicchi del Dos di Dalun, fino a toccare il fondo del vallone a circa m.1350. Nel fitto bosco si risale per un centinaio di metri ad intercettare il sentiero che riporta a Malga Andalo.
(Itinerario suggerito e percorso in senso inverso da Franco Nicolini e Franco Dorigatti)

Difficoltà BSA
15 aprile 1995
CIMA FALKNER
m 2999
Itinerario avvincente ed impegnativo, esposto prevalentemente a sud, che segue per lungo tratto valloni ripidi tra alte pareti, per raggiungere la grandiosa vetta alpinisticamente, percorrendo l’erto, ma non impraticabile canale della via normale.
Dalla località Ciclamino oltre Molveno si percorre la strada della val delle Seghe fino al rifugio Croz dell’Altissimo.Tenendo il fondovalle sulla destra e superando un ripido canalino, si tocca il ripiano della Busa dell’acqua (m 2000 circa), dal quale con due successive balze a forte pendenza si giunge alla Bocca della Vallazza, ampia sella che divide C. della Gaiarda da C. della Vallazza, con ampia e suggestiva veduta sulla catena settentrionale di Brenta.
Si prosegue ora, piegando a sx (ovest) su terreno facile al di sotto dei versanti settentrionali di C. Roma e C. della Vallazza, puntando alla foce del canale, ostico all’apparenza, che si eleva fra le rocce della parete sud-est della C. Falkner.
Abbandonati gli sci, si sale con attenzione (piccozza e ramponi) alla panoramica sommità.
Variante: dalla Busa dell’acqua si prosegue in direzione della Bocca di Tuckett, traversando la forcella della Guardiola e portandosi con ripido ed esposto traverso nella conca finale della Val Perse. Nella zona più piana a quota 2300 circa si individua sulla destra il ripido canale (45 °) che sale alla Bocchetta di Val Perse: all’inizio stretto si allarga poi a pendio attenuando la pendenza, piega leggermente a sinistra di nuovo fra le rocce fino ad affacciarsi sull’altipiano proprio di fronte alla Cima Falkner (percorso anni fa da Franco Nicolini e Franco Dorigatti, da noi recentemente).

La discesa dalla Bocca della Vallazza, una superclassica del gruppo, è sciisticamente impegnativa e stupenda.

Variante in discesa: invece di portarsi per cresta alla Bocca della Vallazza si può percorrere il bel valloncello che contorna la base della parete nord della cima Vallazza e si affaccia al “Bocchetto”: il pendio successivo si può affrontare direttamente (più ripido) o in diagonale verso sinistra per portarsi sotto la direttrice della Bocca.

Difficoltà OSA
Dislivello m 2000
15 febbraio 1997
Cima Falkner
Altre cime
Itinerario
(segue)
CIMA di VAL SCURA
m 2670
Itinerario diretto dal lago di Tovel
Poco prima del lago m 1120 si dirama una strada forestale che porta verso la Val Strangola. La si segue fino in corrispondenza del tornante a 1400 m circa poco dopo il quale c’è una breve diramazione verso destra che subito si inerpica nel solco di una valletta che ripidamente porta in direzione S verso Cima di Prà dell’Asen. Alla quota di circa 1800 m si esce sulla destra dagli ultimi ripidi pendii in rado bosco a superare la costa che separa questo solco dai pianori di Prà dell’Asen, in corrispondenza del sentiero che collega Termoncello e Flavona. Si prosegue su terreno piano (in questa zona si può arrivare più facilmente con il lungo giro da Tovel per la strada di Malga Pozzol) fino ad imboccare la Val Scura che con tratti anche ripidi porta in corrispondenza dell’omonima bocchetta. In corrispondenza di questa si sale a destra direzione SW per valloncelli, il primo con uscita ripida, puntando alla paretina terminale, ultimi pochi metri a piedi per roccette e cresta nevosa.
Dislivello 1550 m
BSA
9 maggio 2009
Abbiamo percorso più volte separatamente e in momenti diversi l’itinerario alla cima dalla Val Scura e il valloncello nord di Prà dell’asen: la parte superiore richiede nevi assolutamente sicure e preferibilmente primaverili, mentre il valloncello inferiore esposto a nord è fantastico con neve polverosa assestata. Chi fa la traversata dal Grosté potrebbe andare a darci un’occhiata…Descrizione in discesa: da malga Flavona si traversa verso nord est sotto le alte pareti della Campa verso lo sbocco della val Scura, sulle tracce del sentiero che porta verso il Termoncello. Nella zona di Pra dell’Asen dopo aver superato la costa che scende dall’omonima cima si imbocca un ripido solco con radi abeti ben presto in vista del lago, verso cui si scende direttamente (se non sono coperti dalla neve sono presenti segnavia azzurri sugli alberi). Verso i 1400 metri si giunge in corrispondenza del tornante della strada forestale della val Strangola che porta alla strada principale poco sotto il lago.
Cima di Santa Maria m 2678
Traversata
Si risale la Val di Tovel fin dove possibile. A quota 1100 poco prima del lago si dirama sulla sinistra la forestale che porta in Val Strangola con indicazione Malga Termoncello. Vedi itinerario precedente. La si segue fino al tornante quota 1400 circa, subito dopo si stacca sulla destra una diramazione che immette in un valloncello con rada vegetazione e poi disboscato (segnavia azzurri), si sale ripidamente fino ad intercettare verso i 1850 m il sentiero 330 che collega Termoncello e Flavona. Si segue questo sentiero con tratti piani e poi in leggera discesa fino a malga Flavona. Si sale a Campo Flavona, si piega a sinistra nella ripida val delle Giare, si esce a destra attorno ai 2450 m su ampia spianata, poi per il fianco sud ovest ripido (35°) si arriva in vetta.
Dalla vetta si scende alla Sella del Montoz e poi tenendosi a sinistra fino a 2250 m circa, rimesse le pelli si risale a contornare il Cimon della Campa fino alla Bocchetta di Val Scura m 2376. Si scende nella Val Scura, alcuni tratti ripidi, l’ultima parte è sbarrata da fascia rocciosa, si sta a destra per ampi pendii, si mira alla fine ad un passaggio sopra i mughi, obliquando sempre verso destra si riescono ad intercettare le tracce di salita in vicinanza dell’inizio del ripido valloncello di Pra de l’Asen, che riserva sempre una sciata fantastica.
Questo itinerario per la discesa della Val Scura è diretto, offre la bella discesa del valloncello di pra de l'asen per 400 m, ed evita il lungo giro da malga Pozzol e la parte piana del lago.
17 febbraio 2007
Difficoltà BSA
Dislivello m. 1700

La parete WSW e la Val delle Glare (qui descritta in salita) offrono una bella sciata ripida. Da poco sotto la vetta si può scendere più direttamente per uno stretto canalino.
Crozara del Fibion
m 2673
Da Cavedago - chiesetta di San Tommaso m 900 (o dal parcheggio dove inizia il divieto) si percorre la strada fino al tornante di Selva Piana dove è meglio tagliare nel bosco per raggiungere la prosecuzione superiore, si segue poi il sentiero fino alla Malga Spora. Si prosegue verso il Passo della Gaiarda, all'uscita del primo stretto valloncello si vede in alto sulla destra uno stretto canale impraticabile, sopra un conoide nevoso, che lascia intuire altri pendii superiori. Si prosegue verso il passo fino a quota 2100 circa, si fa una conversione a U verso destra mirando a delle ripidissime cenge esposte, con mughi affioranti, che bisogna percorrere per portarsi nel canale sopra il salto iniziale. Difficile in questo tratto tenere gli sci, può essere necessario mettere i ramponi, si sale per un centinaio di metri attraversando il canale e passando poi da una strettoia. Poco dopo in terreno aperto si rimettono gli sci, si passa da un bel valloncello aggirando a sinistra una torre gialla, e su terreno sempre più facile si arriva in vetta con gli sci.
La discesa è impegnativa, ripida ed esposta solo nella strettoia di uscita dall’anfiteatro della torre gialla, e nel breve tratto di canale e cenge con mughi - la neve deve essere assolutamente sicura - obliquando verso destra per raggiungere il fondo della valletta che porta al passo della Gaiarda.

Dislivello m 1900
OSA
16 febbraio 2008
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Crozara del Fibion
Cima di Santa Maria - Val Scura