Presanella


Gite nel gruppo della Presanella
Le gite alla Vedretta Nera e alla Busazza sono descritte nel Bollettino SAT n 1/2004
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Cima
Percorso
(segue)
Cima Vedretta Nera
m 3180 (da Nord)

Difficoltà: BSA/PD+
Dislivello: 1950 m
5 aprile 1997
Da località Stavel, frazione di Vermiglio (1234 m), si raggiunge, seguendo la traccia del sentiero estivo a tratti ripido della “scalaccia “, il bivacco forestale Presanella (1883 m), all’inizio dell’ imponente vallone glaciale che scende dalla vedretta omonima (in stagione avanzata è possibile guadagnare quota percorrendo la strada militare dei Pozzi Alti fino a quota 1880 , e traversare, con molta attenzione per canali ripidi e ghiacciati, lungo il sentiero estivo per il rifugio Denza).
Si risale l’emissario del ghiacciaio, talvolta tormentato da grandi valanghe che scendono dalla destra orografica, in direzione sud fino quasi a lambire la vedretta Presanella in vista dell’imponente parete Nord. A questo punto si risale un evidente vallone in direzione est (un po’ a sinistra dell’incombente C. d’Amola), finché si può uscirne a sn con breve ripido traverso. Si mette così piede sulla “vedrettina sospesa” di Stavel, che si risale senza problemi in direzione sud a toccare il passo di Stavel, che guarda verso la Val d’Amola. La panoramica cima si raggiunge con un ultimo breve tratto alpinistico su neve e rocce di solido granito.
Cima Vedretta Nera
m 3180 (da Est)

Difficoltà OSA/AD-
Dislivello 2090 m
27 febbraio 1999














.
Così come descritto in salita ripercorre in parte un frequentato itinerario estivo, si addentra poi nella imponente Val d’Amola e verso la fine affronta un erto canale da percorrere sci in spalla. Si sale in vetta dalla cresta sud est, ben arrampicabile in stagione estiva, preferibile al non sempre agevole passaggio nella zona del passo del Grifone. Si potrà scendere per l’invitante e dolce vedretta di Cornisello, realizzando così una traversata completa e suggestiva, oppure, volendo ripercorrere l’itinerario di salita nella sua parte più sciistica, dal canale stesso e poi da Val d’Amola passando dal Rifugio Segantini e dalla Vallina.
Dal tornante della strada per Campiglio m 1090 o più avanti a seconda della stagione, si passa dal Rifugio Nambrone, poi per la Mandra de l’Ors (sentiero estivo per il rifugio Cornisello) si tocca il Rifugio Cornisello. Attraverso il lago Nero si raggiunge il Passo de l’Om, da cui ci si affaccia sul vallone d’Amola, traversando lungamente in quota sulle tracce del sentiero estivo finché è possibile scendere brevemente nel vallone e seguirne l’ampia e piatta testata glaciale in direzione della Bocca d’Amola e poi del Passo di Stavel. Giunti in vicinanza di questo passaggio tra la Val d’Amola e la val Stavel, si deve mirare all’angusta soglia della Forcella di Vedretta Nera (quota 3020 circa) che si apre sulla cresta sud-est della nostra cima, percorrendo con attenzione e sci in spalla il ripido canalone che la raggiunge. Questo canale si vede solo quando si giunge nella conca sotto il passo, porta esattamente alla forcella da cui inizia la cresta sud est, e non è da confondere con il precedente canale che porta alla Bocchetta dei Camosci, il quale comunque può rappresentare una valida alternativa di salita o discesa.
Si attacca (piccozza e ramponi) il breve ripido fianco nevoso e roccioso della cresta, e per il filo aereo, ma non difficile, in vetta.
Cima Busazza
m 3326
da sud

Difficoltà OSA
Dislivello 2400 m
8 marzo 1997

Lunga salita per la via normale estiva, avente il pregio di percorrere lo splendido tratto sciistico del “canale” e ”vallone” della Busazza.
Dalla Val di Genova (sbarrata d’inverno a quota 900 circa, 1 km prima delle cascate di Nardis, in stagione più avanzata dal Ponte Maria 1100 m circa), si percorre la lunghissima valle nel fitto bosco di abeti (necessaria neve scorrevole) fino al Pian del Cuc (1500 m circa) in prossimità dell’emissario della Val Cercen. Con difficoltoso percorso sci in spalla si rinviene il sentiero che sale dalla mandra Pedruc e con esposta traversata si entra nell’ampio e selvaggio vallone sopra il suo salto iniziale.
Ora, su terreno ancora ripido, si sale sulla sx idrografica alla fascia rocciosa, a circa 2000 metri, che attraversa la valle, la si supera con difficoltà per un ripido canalino e si sbuca con traversata a sx nello stupendo vallone superiore, in vista della biforcazione che, a circa 2400 metri, origina il “Vallone della Busazza”.
Con salita sciistica sostenuta, ma senza problemi, si risale l’ampio canalone in vista delle ardite pareti che sostengono la cresta M. Cercen-Busazza e, dopo aver piegato ad ovest e superata una strozzatura, si raggiunge sci ai piedi la candida cresta sommitale della vetta orientale della Busazza, che può essere considerata la vetta sciistica. La vetta centrale si può raggiungere in un’ ora di arrampicata mista (vedi itinerario seguente).
La discesa fino all’imbocco della Val di Genova è entusiasmante, mentre la strada successiva, lunga e poco ripida, necessita di nevi favorevoli.
Cima Busazza
m 3326
traversata ovest-est

Difficoltà OSA/AD
Dislivello 2100 m (1500+600) in salita, 2650 (900+1750) in discesa
25 aprile 1997

Traversata grandiosa lunga e difficile, adatta solo a sciatori-alpinisti disposti a muoversi a lungo sci in spalla su difficoltà anche alpinistiche.
Questo itinerario ci è stato suggerito dall’amico Gianni Fellin, che lo aveva percorso in solitaria. Con reciproca sorpresa, nella stessa giornata ci siamo ritrovati in vetta con i lavisani Maurizio, Diego e altri due.
Dal passo Tonale per gli abbandonati cantieri Presena e la vedretta orientale omonima fin quasi a lambire la lunga cresta ovest della Busazza che origina dal vicino passo dei Segni. Per un ripido breve valloncello e successiva traversata di esposti pendii, caricati gli sci sugli zaini, si raggiunge il largo catino-canale nord-ovest a media pendenza, che adduce direttamente, senza particolari difficoltà, all’anticima ovest della montagna.
Si percorre ora, sempre sci in spalla, la lunga cresta sommitale, quasi orizzontale, con brevi saliscendi a qualche intaglio più marcato. Il percorso è estremamente panoramico, impegnativo per tratti esposti (consigliabile attrezzatura alpinistica completa), prevalentemente sul versante sud più facile, ma con passaggi anche sul versante nord della cresta con aerei passaggi sopra vertiginosi canali e placche di granito che precipitano sulla parete settentrionale.
In circa due ore, dopo aver attraversato la vetta centrale (3326 m), si raggiunge l’anticima est, dove, finalmente ricalzati gli sci, si discende con splendide serpentine il vallone della Busazza, via normale estiva, su ottime e sostenute pendenze fino ad immettersi nell’ampio vallone principale che origina dal passo di Cercen (quota 2400 circa). Si risale ora senza difficoltà (a parte la fatica!) fino all’amplissima sella glaciale, dalla quale si cala al rifugio Denza e quindi, solitamente per un canale sottostante al sentiero estivo, si raggiunge la località Stavel. Alternativa possibile è la discesa dal Passo di S. Giacomo, che porta nel pianoro sottostante l’alveo Presena a quota 1700 (ultimo tratto pericoloso per valanghe), da cui si risale brevemente alla partenza (itinerario da noi percorso in altra occasione).
Foto Busazza
Foto Vedretta Nera
Altre cime
dalla Val di Sole
Percorso
(segue)
Cima Scarpacò
m 3252
Difficoltà OSA
Dislivello 2250 m
(oppure 2030)
8 aprile 1995



Croz di Ricolonda
m 2984
Difficoltà BSA
Dislivello 1980 m
(oppure 1760)




Cima Palù
m 3013
Dislivello 1900 m
Difficoltà BSA
15 marzo 2008
Da Ossana 1005 m in auto se possibile fino al Rifugio Val Piana 1220 m si prosegue per Val Piana e poi per Val di Bon mirando al canalone che scende dal Passo Venezia m 2830. Dal passo ci si porta sul lato Vedretta di Cornisello e per dolci pendii in vista della parete sud della Cima di Scarpacò, che si può raggiungere per breve cresta est dopo aver risalito un ripido canalino oppure con giro più largo dal versante e cresta sud ovest.
In discesa dalla zona del passo Venezia si può traversare sotto il versante sud della Cima di Bon per portarsi al Passo Scarpacò e quindi tornare sul versante nord scendendo il bellissimo pendio di 600 m fino al Lago Venezia (per una descrizione dettagliata della zona vedi guida Casiraghi-Andreolli it. 53). La cima ovviamente è raggiungibile anche partendo dal versante Cornisello.
Per il Croz di Ricolonda il percorso iniziale è comune al precedente, dalla zona del Bivacco Jack Canali invece che girare verso il passo Venezia si prosegue per la valle verso il Passo dei Topografi e in breve facilmente alla panoramica vetta.

Per la Cima Palù dopo il bivacco Jack Canali ci si porta nel circo settentrionale di Bon puntando al passo dei Topografi. In vista del passo si lascia il fondovalle risalendo verso destra i pendii che stanno a sud della cresta compresa fra il Croz di Ricolonda e la Cima Palù finchè si vede un canale che porta ad uno stretto intaglio sulla cresta SW della nostra cima. Si risale sci ai piedi fino a pochi metri sotto l’intaglio. Si supera un breve diedro roccioso ben appigliato (2° grado) arrivando in cresta m 2930. Si prosegue per la cresta solida di grossi blocchi e canalini nevosi fino alla vetta (30’ dall’intaglio, PD, piccozza e ramponi). Dal passo dei Topografi si può facilmente salire il panoramico Croz di Ricolonda o il Croz di Scarpacò.
Val Caldura
Monte Caldura
m 2906
OSA/AD

3 maggio 1997
Chi scende dalla Val di Peio non può non notare i pendii della Val Caldura, nei suoi due rami chiusi dalla costiera delle cime Caldura, Pale Perse, Giner e Corno di Val Piana.
Da malga Valpiana si raggiunge il pianoro a q. 1686, dove si biforcano le due valli di Bon e Caldura e si risale l'emissario della val Caldura (sx), passando dal baito omonimo. Abbandonando la naturale prosecuzione verso il circo delle Pale Perse si prosegue per il vallone e piegando ad est per ripido canale si tocca un magnifico ripiano, in vista della testata della valle e delle varie quote del M Caldura.
Si sale ancora piegando verso est e, non individuando chiaramente il passo Cagalat, si risale alpinisticamente (delicato) al filo della cresta nord della cima principale.
Se il canale della via normale non è in condizioni (esposizione est), si percorre la cresta fin dove praticabile, si traversa a dx sul lato nord ad un canalino molto ripido (piccozza e ramponi), che conduce nei pressi della vetta.
Cima delle Pale Perse
m 2888

16 maggio 2004

Proseguendo nella diramazione di destra si sale nel vallone sotto la parete nord del Giner, si sale al Passo delle Pale Perse per ripido canale di 100 m e poi facilmente in vetta alla cima omonima. Il passo è raggiungibile più facilmente dal versante Nambron.
Cima Baselga
m 2800
Dislivello 1500 m
Difficoltà BSA/AD
Da Fazzon – Lago dei Caprioli m 1307 raggiunto in auto da Pellizzano ci si porta per forestale nel profondo vallone che si dirige verso sud. Si prosegue nel solco del torrente che scende dalla valle, sempre più ripido e costituito da canalone ingombro di massi e di salti (necessario innevamento molto abbondante e sicuro) fino ad arrivare nella zona piana di Malga Baselga (non conosciamo l’itinerario estivo n. 243 che porta nella stessa zona magari più facilmente). Si prosegue sempre in direzione sud superando sulla sinistra uno sbarramento (incombono ampi e ripidi pendii) per portarsi poi progressivamente su terreno ideale in direzione sud ovest fin sotto la bella rocciosa parete nord.
Si deve ora salire ripidamente allo stretto intaglio ad ovest (raggiungibile anche dal versante sud), da cui per cresta rocciosa in vetta (1 h e 30’ ar, difficoltà AD, iniziale tratto verticale con passaggi di 2°-3°). La guida CAI non riporta questa via di salita, che forse è la migliore e più semplice alla vetta, e che avevamo già percorso in precedenza provenendo dalla Val Nambrone. Con gli sci si può poi facilmente raggiungere la quota più a ovest m 2770 che costituisce il nodo orografico delle valli Baselga, Caldura e Nambrone. La discesa da questa vetta è splendida fino a 2000 m, ed anche nel ripido canale se le condizioni di innevamento sono ideali.
9 marzo 2002
Cima di Stavei
m 2619
Dal lago di Barco raggiunto direttamente da Cortina di Vermiglio oppure per forestale da Stavel (Volpaia) si sale fino al lago Piccolo si svolta a sx (est) e per ripido canale in vetta.
Cima Stavei
Cima Pradazzo m 2991
Da Vermiglio verso Stavel, all’agritur Volpaia si prende la forestale verso il lago di Barco, a 1500 m si dirama una mulattiera che sale più direttamente della forestale ai Masi Palù m 1564. Si prosegue sul fondo della Val Palù con tracciato sinuoso che segue il torrente e si arriva in una bellissima ampia spianata “Pradac” dominata da un pendio morenico e dalle pareti nord cariche di neve delle cime gemelle Palù e Pradazzo. Si obliqua a sinistra in direzione della cima Pradazzo e si sale avvicinandosi alla cresta nord di questa finché si vede un breve ripido canalino, prima nascosto, che porta in cresta (50 m a piedi, neve dura, quota circa 2450 m). Si prosegue per la cresta ampia finché per breve canale si scende e ci si porta nel vallone che sale dal Lago di Barco (traverso esposto a est, tratto ripido). Si prosegue per il vallone di ideale pendenza in direzione della cima, si punta alla cresta est spartiacque con la val di Bon che si raggiunge con gli sci a 2750 m circa. Da qui sui affronta la cresta est, non difficile, lunga, con difficoltà dipendenti dall’innevamento (PD, con qualche passaggio più insidioso che difficile, piccozza e ramponi, 2 ore AR).
La discesa, se non si ritiene sicuro il traverso di passaggio al vallone di Palù, si può effettuare per il vallone che porta al lago di Barco, stupenda, sicura in ampia valle aperta di ideale pendenza. Itinerario eccezionale che percorre due splendidi valloni poco frequentati forse per l’assenza di una cima raggiungibile con gli sci (l’unica è la cima di Stavei m 2619 sopra descritta).
Dislivello 1800 m
11 aprile 2009
Cima Pradazzo
Cima Ginèr (da nord) m 2957
Itinerario veramente stupendo e meritevole di essere percorso (in condizioni ideali di neve e sicurezza). Da Ossana si prende la strada della Val Piana, può essere sbarrata a 1100 m, altrimenti fino a Valpiana 1200 m. Si segue il fondovalle vicino al torrente se c'è buon innevamento altrimenti per il sentiero, si passa la parte stretta della valle percorsa da valanghe (tratto pericoloso nei momenti a rischio), a 1700 m al ripiano alla base del Corno di Valpiana ci si dirige a sinistra e si sale per bel canale la Val Caldura (la Val di Bon prosegue a destra). Attorno ai 2000 m la valle si apre e per stupendi pendii si sale in direzione sud fino alla testata della valle dominata dalla ns cima. Per ripido pendio e canale finale si sale a sinistra della vetta, ultimo tratto eventualmente a piedi vicino alle rocce, breve cresta finale.
Dislivello 1850 m
BSA
25 aprile 2009
Foto Val Caldura e Cima
Altre cime
Percorso
(segue)
Ago di Nardis
m 3289
Dalla Vallina d’Amola si raggiunge il Passo dei 4 Cantoni m 2781, si scende (molto ripido, può essere problematico) per 50 m sul versante Nardis, si traversa lungamente per portarsi nella valle glaciale che scende dalla vetta della Presanella, per facili pendii si raggiunge la cresta che scende dal Monte Gabbiolo. Dal ripiano nevoso ad est della cima per canale-diedro roccioso e placche (20 m, 2°-3° gr) alla cuspide subito a nord del blocco sommitale che non abbiamo salito per assenza di attrezzatura (5-6 m verticali ed esposti con difficoltà presumibili di 4°).
Alla base del canale-diedro finale trovato un biglietto del Gueret relativo alla salita della cresta ovest del 1954.

Molto bella e continua la discesa dal Passo 4 Cantoni fino alla Vallina.
Monte Gabbiolo
m 3458
Perché sempre Cima Presanella? Il pendio ovest del Gabbiolo - si può salire fino in vetta con gli sci - molto ripido alla fine, riserva una bella e continua discesa su ampi spazi. Se poi si volesse scendere in Val di Genova, vedi itinerario alla Busazza da sud.
Noi l’abbiamo scelto come meta di una salita con partenza dal Tonale, discesa al piano quota 1700 m, risalita per Valle di S. Giacomo e ripido canale al passo omonimo: si arriva d’improvviso dal freddo vallone nord al sole del versante Stavel, proprio di fronte l’invitante cupolone
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